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Si è svolta oggi a San Luca la commemorazione per l’uccisione del brigadiere Carmine Tripodi. Il programma ha previsto un saluto nel punto dove il brigadiere è stato ferocemente ucciso. In quelle 2 curve dove un mezzo busto bronzeo raffigurante Tripodi, ricorda l’accaduto subito dopo una messa alle ore 10:00 è stata officiata da Don Vincenzo Ruggiero che è il cappellano provinciale dell'Arma dei carabinieri che ha concelebrato assieme al vescovo Monsignor Fiorini Morosini e al parroco di San Luca, Don Pino Strangio. La giornata si è conclusa con una processione fino alla piazza Carmine Tripodi, sottostante l’ex caserma dei carabinieri, dove si è svolto un minuto di silenzio, ed è stata sistemata una corona di alloro donata dal comando dei carabinieri, di fronte al monumento ai caduti. Presenti le istituzioni militari civili e religiose. Una giornata della memoria per la rinascita di San Luca. Una San luca che rinasce giorno dopo giorno anche attraverso le parole del presule “scegliete tra il bene e il male”.

 

E' in Calabria da 5 mesi quando il pensionato 76enne Silvio De Francesco, rapito a Bovalino il 7 ottobre 1980, viene trovato morto quattro giorni dopo il sequestro. E poi c'è il pensiero tormentoso dei bambini: di Giovanni Furci, 9 anni, la famiglia di Locri non ha notizie da mesi (la sua prigionia durerà 213 giorni); il piccolo Alfredo Battaglia, 13 anni, alla sua casa di Bovalino è tornato dopo 115 giorni. La lista dei desaparecidos è praticamente infinita: ci sono i sequestrati calabresi (11 nella sola Bovalino). L'8 gennaio 1982, il giorno in cui entra nella caserma di San Luca come comandante interinale, Carmine le idee le ha già un po' schiarite. Il mestiere è mestiere, e la cosa non cambia pure se ti sbattono a San Luca dove, se portavi una divisa da carabiniere, fingevano di non vederti. Sul tavolo di Carmine i fascicoli sono tanti: c'è la storia di quell'ingegnere napoletano, Carlo De Feo, rapito a Casavatore nel gennaio del 1983 e liberato un anno dopo a Oppido Mamertina, ci sono le nuove indagini sul sequestro del "re delle pellicce", Giuliano Ravizza. Il brigadiere fa sopralluoghi, sorveglia, indaga per il sequestro Ravizza. Quando nel giugno del 1984 a San Luca scatta la retata contro i presunti responsabili del rapimento di Carlo De Feo, gli indagati per il sequestro sono 39 ma che dietro il blitz ci siano le indagini del brigadiere nessuno lo ignora. Stessa storia per i nuovi arresti sul sequestro Ravizza. Il 5 febbraio 1985 Carlo De Feo torna a San Luca con il magistrato napoletano Armando Lancuba, il giudice istruttore Guglielmo Oalmeri e gli avvocati di parte. De Feo riconosce luoghi, ricorda situazioni. Vengono sequestrati ovili e arrestati presunti fiancheggiatori. Carmine è in testa alla colonna, al fianco di De Feo. Forse la sera del 6 febbraio, il brigadiere non sta pensando al mestiere. Tra un mese si sposa. La fidanzata, una maestra di bianco lo sta aspettando a Casa. Altro che sequestri e ‘ndrangheta. Sono le 21 e Carmine pensa al futuro. Davanti alle grosse pietre messe sulla provinciale per fermarlo, capisce di non averne più.