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<<Ogni giorno gli abitanti delle terre attraversate dall’autostrada Salerno–Reggio Calabria, rinunciano al più banale dei desideri: spostarsi, perché privati di libertà di movimento e della sicurezza sul lavoro. […] A Zenobia ritorna l’angheria feudale, la prepotenza del signore. Armato e no. Legale e illegale. Hanno creato dei mostri, allevati nel laboratorio A3>>.

 

Così Antonello Mangano, giornalista brillante, autore di saggi e dossier su temi di lotta alla mafia, fondatore della casa editrice Terrelibere.org, inizia la sua ultima opera: Zenobia, titolo che richiama le “Città invisibili” di Italo Calvino, dove i desideri cancellano i luoghi, o i cittadini rinunciano ai desideri. L’opera è una raccolta di nomi, date e fatti drammatici raccontati con franchezza e tanto coraggio, da chi ha seguito inchieste roventi. Obiettivo è far emergere la verità, una condizione di dominio a cui gli abitanti residenti nelle zone dell’autostrada e i relativi lavoratori sono sottoposti quotidianamente.

Mangano, ospite all’Ubik di Catanzaro Lido, martedì 16 Aprile, ha presentato il suo libro, in maniera cruda e diretta, esponendo la fitta rete di legami che la ‘ndrangheta stipula con le imprese. A discuterne con l’autore: Donatella Loprieno docente di Diritto dei migranti all’Unical, e Antonino Mantineo professore di Diritto Ecclesiastico e Diritto Canonico presso l’Unicz.

“La Salerno-Reggio Calabria, è la metafora di come la mafia controlla il territorio. Ogni lotto è gestito da un cosca ‘ndrina”.

Più che di infiltrazione, si parla di signoria territoriale, di cantieri lumaca, operai che lavorano di notte o fanno straordinari, e sono appesi ad un filo, pronto a spezzarsi, con conseguenti drammi familiari. Mangano fa riflettere: “Questa autostrada è un laboratorio di rapporti e vincoli; intorno all’alta velocità si celano tante cose. Ci sono molti movimenti –contro – la mafia, o gli incidenti sul lavoro, ma nessun movimento –PER – far finire i lavori in autostrada”.

Una finestra sulla speranza c’è: non abbandonare la protesta, e finora solo quella dei benzinai è stata la più significativa, e denunciare chi guadagna <<appaltando con lentezza>>.

Bisogna intervenire, perché come Carlo Alberto dalla Chiesa diceva: <<certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli>>.

Elena Verzì