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souvenir mafiosiIl saggio sugli stereotipi della mafia in tv verrà presentato in occasione della prestigiosa rassegna dei libri sulle mafie di Lamezia Terme

 

LAMEZIA TERME – Anche il giovane giornalista Cirino Cristaldi sarà ospite della nuova edizione di “Trame Festival”, la rassegna letteraria dei libri sulle mafie, organizzata in Calabria, a Lamezia Terme, dal 21 al 25 giugno.

È proprio nel primo giorno d’apertura che Cristaldi sarà protagonista, insieme alla giornalista Mediaset Anna Migotto, della serata dedicata al dibattito “Boss in tv”: mercoledì sera alle 21 il cronista di origine catanese avrà la possibilità di approfondire le tematiche raccolte nel suo ultimo saggio di denuncia, edito da Bonfirraro, dal titolo significativo “La mafia e i suoi stereotipi televisivi”.

L’analisi di Cristaldi, infatti, corre sul parallelismo Mafia = Sicilia che si esplicita anche nella vita di tutti i giorni, nel piccolo e nel grande schermo: è così che emerge l’immagine di un’Isola “mafiosa” e vendicativa, difficilmente sradicabile dall’immaginario collettivo, arrivando a provare quanto dannosi siano stati fiction, film e serie tv per l’immagine dell’isola, immolata sull’altare dell’audience.

«Inutile nasconderci sotto un velo di ipocrisia – ribadisce l’autore - la mafia in tv fa audience ed è la tv sulla mafia, di fronte alla quale siedono ancora milioni di persone la sera, che celebra gli stereotipi».

tonyUn libro coerente, dunque, con quelle che sono le istanze della rassegna letteraria, giunta quest’anno alla sua settima edizione: nato nel 2011, il Festival Trame si è, infatti, affermato fin da subito come un importante appuntamento di discussione, analisi e confronto sui temi della legalità e del diritto, in una terra complessa come la Calabria. Nel corso delle cinque giornate di manifestazione, scrittori, giornalisti, magistrati e studiosi si incontrano nelle piazze della città per discutere e presentare libri dedicati al fenomeno delle mafie. Non solo un festival, ma Trame è una testimonianza etica di impegno, dove le storie dei protagonisti, gli approcci storici e scientifici al fenomeno, la contaminazione di generi e linguaggi danno vita a un evento dal forte valore culturale per la lotta alle mafie.

Un obiettivo, quest’ultimo, che anche il libro di Cristaldi, reduce da lusinghieri successi di pubblico e critica, persegue, contro quello che effettivamente si è ormai affermato - a partire dagli anni ’80 con la fiction La Piovra fino ad arrivare a quella di maggior successo di Canale5, Il Capo dei Capi - come un topos: la Sicilia vista solamente attraverso coppole, baffoni e lupare.

L’impegno sociale di Cristaldi – condiviso dall’intera intellighenzia meridionale – è quello di affermare l’idea di una regione, su cui gravano sì delle problematiche sociali ed economiche, ma dalla quale si alza forte il grido di comunicare piuttosto i suoi valori, celebrandone bellezze, cultura e uomini coraggiosi. Perché il cambiamento inizia dalle piccole cose e perché, forse, l’etichetta di “mafioso” sta cominciando a diventare davvero troppo stretta a tutti, anche ai siciliani onesti…