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Raffaele Antonio Morisciano nacque a Bovalino Superiore il 19 ottobre del 1811, figlio del notaio Giuseppe e di Francesca Iurato, in un palazzo posto vicino alla Chiesa Matrice e alla casa natia di un altro grande religioso del paese, il Martire e Beato Camillo Costanzo.
Intraprese presto gli studi religiosi, e, consacrato al sacerdozio e laureato in teologia, venne subito nominato Rettore del Seminario Diocesano e in seguito, nel 1840, Canonico della Cattedrale di Gerace. Negli stessi anni fece costruire un palazzo a Bovalino Marina ,ancora oggi esistente, posto di fronte all'attuale piazza Camillo Costanzo I.
A riprova della sua origine bovalinese vi è anche l'immensa devozione per la Vergine Immacolata, che lo portò a partecipare alla Proclamazione Dogmatica dell'Immacolata Concezione dell'8 dicembre 1854.
L'anno seguente venne consacrato Vescovo, prima della Diocesi di Gravina-Montepeloso in Puglia, e poi dal 1858 di Squillace. Qui dimostrò appena arrivato la sua grande passione per l'arte, facendo ricostruire la Cattedrale di Squillace in parte crollata nel terremoto del 1783.
Nel 1870 partecipò al Concilio Vaticano I, intervenendo per invocare, fra i primi dell'età moderna, la proclamazione del Dogma dell'Assunzione di Maria in Cielo. Per la grande competenza fu nominato Prelato Domestico e Assistente al Soglio Pontificio.
Restò sempre legato al suo paese e al culto della sua Patrona. Proprio per questo nel 1871 acquistò per la Chiesa di Bovalino Superiore una splendida vara processionale completamente rivestita in foglia d'oro, mentre nel 1873 fece restaurare e decorare quasi completamente d'oro dall'artista napoletano Arcangelo Testa la statua raffigurante la Vergine Immacolata.
Nel 1889 indisse l'ultimo Sinodo della Diocesi di Squillace, e nel 1896 partecipò al l° Congresso Cattolico della Calabria voluto dal Card. Gennaro Portanova, in cui ricevette il grande onore di impartire la benedizione finale nel Duomo di Reggio Calabria.
Nel 1903, dopo 50 anni di episcopato, divenne Vescovo Emerito e tornò nella sua Bovalino.
Morì a Bovalino il 30 agosto 1909, dopo essersi miracolosamente salvato durante il terremoto dell'anno precedente, in cui rischiò di rimanere schiacciato sotto le macerie dell'ultimo piano della sua casa.
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