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- Dettagli
- Scritto da Chiara Nirta
- Categoria principale: Rubriche
- Categoria: Stille di cultura
- Pubblicato: 25 Dicembre 2014
- Visite: 2240
Lithil si rivolse verso lo sconosciuto. Non aveva smesso di seguirla per tutto il tragitto. Lo vide tirar fuori una sigaretta e accenderla voluttuosamente, aspirò forte il fumo bianco, e lei si sentì risucchiare l'anima. Lo stomaco le si contorse. Aveva paura, che cosa si era messo in mente? Perché la osservava? Perché si passava nervosamente la mano sulla barba? Cambiò strada per depistarlo, provò a mischiarsi alla folla, ma invano. Le stava dietro attaccato senza mollarla. Sentì caldo tra le gambe e si accorse che l'ambiguità e l'adrenalina la eccitavano come un cane da caccia che fiuta l'odore forte della preda. Si odiava per questo. Si diede della pazza perversa e si passò una salvietta umidificata sul viso per riaversi. L'ambiguità salva, non sta né di qua e neppure di là vale il tutto e vale il niente. La libertà di essere qualsiasi cosa. Perché la passione se nasce non t'avverte, prima ti rovina salvandoti dal grigiore e mentre t'accorgi ti ha già scombinato le carte in tavola. La passione ci gode a deragliarti i progetti a dissuaderti dai doveri. La passione Accoppiata alla stranezza e all'illecito è una bomba micidiale. Il sapore della corruzione innocente è il sapore del sesso. Lithil lo percepiva. Si era ormai avvicinato troppo e lei non poteva neppure chiedergli perché. Era lì e basta, era lì perché qualcosa prima di loro lo aveva stabilito e quel qualcosa erano le affinità passionali di una bestialità rara e indomita. La spinse nel vicolo buio vicino al cassonetto. Luci rosse lampeggiavano da lontano riflettendo un color sangue nelle pozzanghere. Nebbia. Gatti randagi che si rincorrevano. Sporadici tram deserti e squallidi tagliavano la notte come lame sulle vene. Nessun passante borghese, ladri, puttane ed emarginati. La società più vera. Il sogno americano è stato un'illusione. In Italia non abbiamo avuto neppure quella. Le tappó la bocca e le abbasso i collant, poi tolse la mano dalle labbra e c'infiló la lingua. Lei l'accolse. Un combattimento di spade, la danza sensuale e greca del piacere, due lingue che si scambiano saliva, che si saziano dandosi da bere. Fu dentro di lei in un colpo solo. Accasció la testa nell'incavo della spalla di lei, come un bambino stanco. Due colpi di rene e gli esplose dentro. "Chi sei?" Disse la voce rotta di lei. "Ciò che hai sempre represso!" Squilló la sveglia, 07:00 del mattino. Lithil si svegliò di soprassalto, una giornata di lavoro cominciava. "Buongiorno amore, hai dormito bene?" "'Giorno! mi sono addormentata vivendo, è stata una lunga notte..." "Non capisco..." "Dorian Gray diceva che ogni istinto che soffochiamo ci avvelena l'esistenza, ma prima o poi, vuoi o non vuoi, salta fuori Mike..." "Continuo a non capire..." "Non importa!" "Ma non ti sei struccata? Perché hai ancora il rossetto e sbavato per giunta?" "Tu sei impotente quando la passione decide di nascere, e non t'avverte..." "E dove sarebbe nata? Nei tuoi sogni?" "Sogni o realtà è sempre in me che è attecchita... Lasciami dormire ancora un po'. Non mi ha neppure detto come si chiama..
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