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Alla fontana c’erano altri pellegrini che avevano viaggiato tra quelle montagne,delle donne affaticate davano riposo ai loro piedi scalzi e pieni di terra,che tagliati,perdevano sangue. Forse per darsi forza,o forse per devozione,cantavano le litanie alla Madonna,vecchie canzoni e vecchie parole che rappresentano la cultura del nostro popolo.

Gli alberi e le pietre della montagna,ormai le conoscevano a memoria quelle strofe,che da secoli in quei giorni sono il sottofondo della natura,e il vento portava le note via,lontano. Un ragazzo con l’organetto e un’altro con il tamburello facevano da base alle donne pie. Ora la sosta sarebbe stata più lunga per i nostri tre amici,che dopo un sorso d’acqua posarono gli zaini su un muretto vicino all’abbeveratoio  e presero la roba da mangiare. Su quel appoggio finì il ben di Dio: un pane con pipi e patati che sudava olio;mezzo capicollo;quattro panini,due con la frittata e due con la cotoletta;e poi cioccolate. I tre presero i coltelli e iniziarono a mangiare stanchi e famelici com’erano. Tra una chiacchiera e l’altra,tra un morso al pane e uno al capicollo passò quasi un ora,troppo,perché i muscoli si erano raffreddati e ancora c’era tanta strada da fare. Le donne si erano incamminate già da un pezzo e i tre,raccolta l’immondizia ripresero il cammino. La dura salita ,che si dilungava per tanti tornanti, sembrava non finire mai,il riposo prolungato aveva sortito l’effetto contrario,invece di giovare, li aveva stancati. Quei pepi e quel capicollo erano più pesanti ora che erano nello stomaco che quando erano nello zaino!! Dopo un ora di cammino, le gambe a tratti sembravano prese a morsi da un cane,un dolore tagliente si alzava dal polpaccio fin sopra alla gamba,i passi erano sempre più corti. Ad un tratto in mezzo a quel nero delle montagne si vide un giallo arancione,una luce di lampione: era Polsi. Si distingueva benissimo il campanile della chiesa,e si sentiva la voce di casse stereo che anche loro,inconsapevolmente, chiedevano grazie alla Madonna,cantando muttette antiche e anche moderne. Erano arrivati? Macché! Polsi era solo vicino in linea d’aria,ancora mancava un ora di cammino se tutto andava bene. La visione di questo ,che era un vero spettacolo, da un lato fece contenti i tre,ma dall’altro vedevano la meta vicina e non ci arrivavano ma,e li innervosiva!!! Per vedere meglio le luci avevano spento le lampadine. D’un tratto furono turbati da uno strano rumore davanti a loro,tra gli sterpi,c’era qualcosa,e di sicuro non era un uomo,forse erano dei lupi? Se fossero stati dei lupi sarebbero stati spacciati,non avrebbero avuto scampo,in cinque minuti sarebbero morti con le carni straziate da quei denti famelici che non conoscono pietà. Erano attimi di tensione adrenalinici. Di colpo quel rumore fu più chiaro era un <<grunfgrunfgrunf>> che proveniva davanti a loro, accesero le lampadine e le puntarono nella direzione  da cui proveniva il suono. Videro un grande polverone alzarsi verso il cielo,e sentirono quei <<grunfgrunf>> avvicinarsi, d’un tratto ,da quella nube polverosa ,uscirono due cinghiali che li stavano caricando,arrivavano veloci e spaventati. I tre furono presi dalla paura e cercarono di evitarli in qualche modo. Dopo esser passati lasciarono solo la polvere dietro di se. Un  silenzio tombale fu interrotto da uno dei tre che si era buttato spalle alla parete,cercava gli atri,li chiamava e uno rispose,disse che s’era nascosto dietro un grosso masso,stava bene,era solo un po’ sporco,ma poco importava,mancava una voce all’appello,i due videro la terza lampadina un po’ più in la a terra, che in quel pulviscolo disegnava un cono di luce che si allungava tanto alto, quanto era alta la nube polverosa,non prometteva nulla di buono.