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Programma della settimana SantaIn questa settimana, antecedente a quella pasquale,intendiamo riscoprire le tradizioni ,di questo periodo , nel nostro paese,ogni giorno verrà pubblicato un pezzo, che descriverà passo dopo passo la settimana santa Bovalinese.

Il ricordo delle tradizioni degli antichi è ancora vivo in Calabria, e anzi, dopo un periodo di oblio, sta avendo un momento di forte riscoperta, anche se a volte con una certa confusione fra vera tradizione e nuove mode superficialmente similari, ma in realtà a essa molto distanti. Questa confusione però non è particolarmente presente a livello di religiosità popolare, che celebra i propri riti con gesti e spirito immutati nei secoli. Le feste religiose sono le ricorrenze che più di tutte hanno dato al popolo calabrese la forza di difendere le propria identità, i propri valori e fede. 

Una fede che per la sua creatività, le sue pratiche e credenze extra-ufficiali, può apparire alla mentalità moderna come sciocca, ridicola, superata. E così apparve alla Chiesa ufficiale post-Concilio Vaticano II (1965), che cercò di vietare queste funzioni. Paolo VI denunciò apertamente queste forme di religiosità, e nella nostra zona molti riti, vecchi di secoli, ne fecero le spese. Nella stessa Bovalino Superiore, l'Affruntata per qualche anno non ebbe luogo. In alcuni paesi le reazioni furono addirittura violente. La stessa Chiesa che durante il Medioevo e soprattutto nel periodo della Controriforma crea e per secoli esorta a queste pratiche, di colpo vorrebbe abolirle. Oggi la situazione è mutata. Gli studiosi cattolici sono concordi nel vedere questi tipi di devozione come forti forme e veicoli di fede, Giovanni Paolo II disse, con un esempio più che calzante per Bovalino Superiore "assecondando una certa moda svalutativa della religiosità popolare si corre il rischio che i quartieri, i paesi e i villaggi diventino deserto senza storia, senza cultura, senza religione, senza linguaggio, senza identità, con conseguenze gravissime". Resta un po' di astio solo da parte del piccolo clero, che bolla troppo spesso il tutto con un "siete fissati a fare le cose sempre uguali". In realtà, religiosità "ufficiale" e popolare sono complementari, e predicano, con linguaggio solo in parte diverso, lo stesso messaggio.
Le manifestazioni religiose della Settimana Santa, pur se a volte con qualche devianza e qualche forma di particolare esibizionismo (che vanno comunque via via scomparendo), rivelano nel popolo calabrese, e non solo, un profondo afflatto umano. E' presente sì la paura, ma anche, e soprattutto, l'amore, e la pietà. I riti, gli oggetti, i luoghi, assumono via via valenza sacrale, che supera le oggettive esigenze liturgiche collocandosi all'interno di un sistema di bisogni soggettivi e collettivi di protezione e di difesa contro il negativo.
I riti della Settimana Santa a Bovalino Superiore sono ricchi di teatralità, e questo perchè nascono proprio con il compito di rappresentare al popolo analfabeta la Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Le strade di Bovalino diventano le strade di Gerusalemme, le bellissime e realistiche statue prendono vita. Sono presenti riti penitenziali, che servono a rendersi attivamente partecipi ai dolori del Cristo sofferente. Grande è il senso di solidarietà delle madri verso la Madre che vede soffrire e morire il proprio figlio, e questo era ancora più vero per il popolo che viveva sulla propria pelle mortalità infantile, carestie, fatiche quotidiane, calamità e guerre. I canti sono pianti di dolore, invocazioni perchè le pene del Cristo ricadano su noi peccatori, in modo che Lui non patisca più. Le continue processioni sono un modo di offrirGli la propria stanchezza. E alla fine, il giorno di Pasqua, tutto viene coronato dal trionfo della vita sulla morte, del benessere, continuamente invocato, sulle difficoltà.
Le feste sono anche, in un centro come Bovalino Superiore, unico momento di aggregazione, e ancora più fortemente per gli immigrati che ritornano al paese natio, ma già anche solo per coloro che risalgono dalla Marina, che si risentono, in quei giorni, parte attiva di una comunità, di un modo di vivere e di pensare, che non si sono mai estinti del tutto proprio perchè tornano in vita in quei momenti. Tutti sono coinvolti, con ruoli e modi diversi, dal bambino sino all'anziano.
Ma il rischio di estinzione è sempre alto, e alla morte di questa cultura non sembrerebbe seguire la nascita di un'altra in sostituzione, se non una superficiale nel modo di ragionare, consumistica sino alla nevrosi, omologatrice. Serve che i giovani si avvicinino a questi riti, che gli abitanti della Marina li sentano come loro, che si rendino partecipi. Bisogna conoscere il proprio passato (in cui la vita religiosa aveva un grosso ruolo), e partire da questa base per creare il presente e il futuro.
Le celebrazioni della Settimana Santa sono organizzate e curate a Bovalino Superiore, da più di quattrocento anni, dall'Arciconfraternita Maria SS. Immacolata. Le confraternite sono state, e restano, nei centri dell'entroterra, spesso l'unica istituzione presente, e si sono occupate di religione, carità, cultura e conservazione del patrimonio. Anche qui, nonostante il grande ruolo che gli annovera la Chiesa ufficiale in ogni suo livello, da quello giuridico a quello puramente spirituale, sono entrate non raramente in astio con il piccolo clero. Certo, anche qui non bisogna generalizzare. In molti paesi tutte e due le istituzioni hanno collaborato e collaborano ancora attivamente, ed è più che giustificato il rimprovero verso quelle congreghe che hanno rivestito solo il ruolo di comitato festa. Ingiustificabile invece, in quei casi dove il Parroco del paese le ha osteggiate per paura di sentirsi venire meno parte del suo "potere".