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- Scritto da Gabriele Galletta
- Categoria principale: Rubriche
- Categoria: Viaggio nelle Radici
- Pubblicato: 18 Luglio 2013
- Visite: 3082
In una afosa giornata di mezza estate, mi ritrovavo vicino al parco commerciale “La Galleria”, intento a trovare un posto all’ombra per parcheggiare la mia macchina. Ero nella strada parallela alla provinciale che collega Bovalino e Bosco Sant’Ippolito, tra il centro commerciale e il bitumificio Gallo: strada dissestata, stracolma di buche e immondizia.
Chi poteva immaginare che su quella strada, tanti anni fa, sorgeva una delle attività industriali più fiorenti del nostro territorio?
Era la fine del 1957: la Cassa del Mezzogiorno( quell’ente pubblico istituito dal VI Governo De Gasperi, il quale avrebbe dovuto finanziare attività industriali tese allo sviluppo del sud Italia)aveva già erogato parte dei 279.763 miliardi di lire stanziati durante tutta la sua esistenza. Parte di quei soldi arrivarono anche nella nostra Bovalino: ad avere l’idea e l’intraprendenza di sfruttare questi soldi pubblici, per avviare una nuova attività industriale, furono i fratelli Mario e Paolo Stranges: un’attività industriale tesa a sfruttare e trasformare le ingenti riserve di legno che la nostra terra possedeva, la cartiera.
La cartiera venne stabilita nei pressi dell’odierno, e già menzionato, parco commerciale “La Galleria”, all’entrata di Bovalino, fascia che diveniva a poco a poca zona industriale del paese. La produzione della cartiera entra a pieno regime tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta: l’industria dei fratelli Stranges conosce, in questo periodo, un intenso e inaspettato sviluppo, grazie alle moderne tecnologie utilizzate (macchine pressatrici, grandi bobine e tele metalliche) , alla scarsa concorrenza nella zona (erano poche le cartiere che sorgevano nel meridione italiano) e all’ottimo impianto organizzativo. Ancora una volta, la lungimiranza e la perseveranza di questi imprenditori bovalinesi davano lavoro, sviluppo e prestigio al nostro paese.
Ma qual’era l’attività della cartiera dei fratelli Stranges? Le cartiere fanno parte del settore manifatturiero dell’industria cartaria: tali attività si occupano della produzione della carta (o del cartone), supporto base di lavorati quali la carta da stampa, la carta igienico-sanitaria, la carta per imballaggi, la carta grafica. La cartiera dei fratelli Stranges si era specializzata, nel corso del tempo, nella produzione della carta per imballaggi. Al suo interno il primo passo per la realizzazione del “foglio di carta” propriamente detto, era quello di realizzare una pasta a base di cellulosa,la materia prima estratta dal legno. Grandi macchine pressatrici entravano poi in funzione al fine di lavorare la pasta di cellulosa, che veniva poi sbiancata, utilizzando del cloro( tecnica, questa, utilizzata solo in qualche industria settentrionale). Attraverso larghe tele metalliche, la pasta veniva fatta passare affinché perdesse l’acqua in eccesso e, infine, arrotolata manualmente su bobine pressatrici, che avevano il compito di lisciarla ulteriormente. A quel punto, il manufatto veniva adagiato a terra e ricompattato,pronto per essere messo in commercio.
Era la fine degli anni settanta quando la cartiera veniva spostata al di là della fiumara “Buonamico”, nel comune di Casignana, per dare spazio al liquorificio Solco: la gestione non apparteneva più ai soli fratelli Stranges, ma erano stati accolti, a capo della fabbrica, altre tre personalità. La produzione e la rendita della fabbrica non erano più paragonabili a quelle dei primi anni sessanta, ma d’altronde si sa che qualsiasi attività imprenditoriale segue parabole ben definite. E la Cartiera, che chiudeva definitivamente i battenti nel 1978, aveva forse esasperato troppo la fase di sviluppo, per poi andare in contro ad una rapida e progressiva decrescita .
Tuttavia, la cartiera rappresentò un grande canale di sviluppo economico per il nostro paese: soldi freschi (quelli che oggi mancano) avevano dato supporto alle geniali idee dei nostri concittadini; l’aiuto economico dello stato e il suo interventismo fecero sì che queste idee venissero coronate in un successo imprenditoriale. Quell’aiuto statale che nel ’58 permetteva ai nostri imprenditori di dare lavoro e sviluppo e che oggi, ahimè, manca inesorabilmente, al sud come al nord. Quell’aiuto statale che permetteva a giovani imprenditori bovalinesi di dare vita ad un’impresa industriale che, come la R.I.C.A. o come la “Fratelli Primerano” , dava lavoro, pane e speranza a centinaia di persone. Ma, soprattutto, facevano di Bovalino uno dei centri più rinomati di tutta la costa Jonica Calabrese.
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