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- Scritto da Pasquale Blefari
- Categoria principale: Rubriche
- Categoria: Viaggio nelle Radici
- Pubblicato: 27 Agosto 2013
- Visite: 3993
8 settembre 1594. Un'orda di soldati saraceni sale verso il castello di Bovalino Sup. Sono comandati dal Capitano del Mare Sinan Bassà. Nato a Genova dalla famiglia nobile dei Cicala, battezzato con il nome cristiano di Scipione, a 16 anni venne rapito dai Turchi, convertito alla religione musulmana e addestrato all'arte della guerra. Arriverà a essere nominato Pascià (Ammiraglio) e a sposare la nipote del Sultano.
Giunti alle mura di cinta, gli infedeli non devono nemmeno combattere per entrarci: il Duca Sigismondo Loffredo, dietro il pagamento di una somma, spalanca le porte del centro fortificato. I turchi si danno al saccheggio e appiccano il fuoco ai quattro angoli del paese. Mentre gli uomini cercano di scacciarli con la forza, le donne si rifugiano nella Chiesa Matrice. Pregano la Vergine Immacolata. E Lei ascolta le loro invocazioni: da un cielo completamente limpido scende un terribile acquazzone, che spegne l'incendio e mette in fuga gli invasori, spaventati. Da allora la Celeste Madre Immacolata è entrata nei cuori e nella fede del popolo bovalinese, che ha sempre protetto. A perenne memoria di quel miracolo, nello stesso anno Papa Clemente VIII approvò che avessero luogo solenni festeggiamenti, ogni anno, l'8 settembre e la fondazione di una nuova Confraternita, l'Arciconfraternita Maria SS.Immacolata, ancora oggi esistente, che da allora cura ogni aspetto religioso, culturale e di conservazione del patrimonio del centro storico di Bovalino.
Nel 1753 venne acquistata a Napoli, dallo scultore Giovanni Bonavita, una statua lignea di straordinaria fattura, resa ancora più bella nell'Ottocento da un altro artista partenopeo, Arcangelo Testa, che la decorò e la ricoprì in molte parti d'oro su commissione di Monsignor Raffaele Morisciano, nativo di Bovalino. Morisciano che acquistò nello stesso anno anche una vara processionale completamente rivestita di foglia d'oro. La scultura, posta sulla sua vara, viene portata ogni anno in processione a spalla l'8 settembre dai membri dell'Arciconfraternita.
Le festività religiose hanno inizio il 29 agosto, con l'Esposizione e la Celebrazione Eucaristica. La sera seguente ha inizio la novena, un rito che con i suoi canti e le sue preghiere in latino, le litanie cantate, il suono dei tamburi al momento dell'Elevazione, ha un sapore particolare, che riporta all'antico. Il fulcro dei festeggiamenti si ha l'8 settembre, con la solenne processione. Il programma civile ha anche inizio il 29 agosto, con la commedia brillante "u mortu assicuratu" messa in scena dal gruppo teatrale "Pro Caraffa" e un piccolo spettacolo pirotecnico, il 30 con la serata organizzata dalla ProLoco "Scheria. Migranti, rifugiati e viaggiatori nel mediterraneo" per poi proseguire il 5 con un corcerto del gruppo "Quartaumentata", il 6 col gruppo etno-folk "Argagnari", il 7 l'esibizione del Gran Concerto Bandistico Città di Noicattaro e infine giorno8 settembre col Nuovo Concerto Bandistico Città di Pazzano e il tradizionale Festival Pirotecnico, gara di fuochi artificiali a cui partecipano tre tra le migliori maestranze italiane.
La festa, punto cardine di riferimento dell'intero anno per gli abitanti del luogo, è ancora più profondamente vissuta dagli emigrati, per cui è il mezzo principale per restare legati alla loro terra e alle loro tradizioni. In molti tornano ogni anno in occasione dei festeggiamenti, mentre coloro impossibilitati a farlo inviano lettere cariche di devozione e nostalgia.
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