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- Scritto da MPS Lazio
- Categoria principale: Rubriche
- Categoria: L'eco dei padri separati
- Pubblicato: 16 Gennaio 2021
- Visite: 630
Sono cambiati i tempi e oggi ci troviamo con leggi che rispecchiano il livello culturale ed un sistema legislativo degli anni ’60 ‘70, tempi in cui la madre era il “focolare” della casa, ma soprattutto la madre stava in casa ad occuparsi regolarmente e giornalmente dei figli, casa Chiesa e figli.
Oggi non è più così: con l’emancipazione femminile, peraltro giusta e anche “costretta” da un’economia sempre più instabile che costringe le donne ad essere non solo madri ma anche lavoratrici, ci troviamo di fronte ad una parità di ruoli e di compiti che coinvolgono sia la madre che il padre, entrambi impegnati nell’ambito del lavoro, sia nell’educazione dei figli al 50%.
Di conseguenza, in questa “datata” legge nelle separazioni, il genitore affidatario è sempre la madre, ma è giusto così?
Oggi, nel 2021 è giusto che i figli di base siano domiciliati presso la madre?
Sorge spontaneo pensare che sia molto difficile per una madre svegliarsi la mattina, preparare la colazione e accompagnare i bambini a scuola e poi andare a lavorare, magari neanche li può portare poiché ha lo stesso orario di ingresso in fabbrica o in ufficio.
Ecco perché la legge è obsoleta, siamo oramai di fronte ad un sistema giuridico standardizzato e atto ad un “copia e incolla” per usare un termine moderno, dove un Magistrato non legge neanche le memorie depositate dagli avvocati e tantomeno si interessa nel profondo della separazione in atto, ma si affida automaticamente ai Servizi Sociali, però la “storia di una famiglia” rimane sul banco dello stesso Giudice, il quale invece avrebbe dovuto studiare la storia di quella famiglia in crisi, aprire quel benedetto faldone di carte e leggere a fondo, prima di sedersi dietro ad una cattedra, oppure il valore più importante della Costituzione nell’Art.23 ove si basa l’intera società e cioè LA FAMIGLIA, non è più degno di attenzione e di approfondimento ?
È questo il nocciolo del problema, si perché è proprio da questo punto, è da questo modo “superficiale generico” dei Magistrati che partono tutti i problemi, da qui nasce il vero “calvario” di un padre e di una madre di cui ne fanno le spese i figli.
Oppure la famiglia che si separa diventa un Business? Ma di questo ne parleremo in un altro articolo.
Comunque inizia una Via Crucis, fatta di affidamento della “pratica” di separazione affidata agli Assistenti Sociali, i quali devono ricostruire dal nulla una storia che è rimasta sul tavolo del Giudice, e allora partono le c.t.u., e allora partono i tempi biblici di udienze che variano dai sei agli otto mesi, e allora partono tutte quelle violenze di mobbing che i figli subiscono perché ovviamente sono stati affidati alla madre, con l’inizio palese di frequentazioni mai rispettate e tutte quelle forme di angherie volte a punire un padre e che non tengono mai conto della sofferenza atroce che patiscono i figli.
Questa lunga prefazione per introdurre l’argomento su “un’azione di abuso psicologico” che ovviamente scatta automatica contro i figli, proprio perché i figli non sono distribuiti nella coppia al 50%, ma per l’80% del tempo staranno con la madre e il resto con il padre e “qualcuno” userà in abuso questo tempo a disposizione per sfogare tutta la sua vendetta, o risentimento, o sofferenza regressa contro l’altrui coniuge. E di conseguenza con:
- sabotaggi delle frequentazioni della prole;
- emarginazione dai processi decisionali tipici dei genitori;
- minacce;
- denigrazione e delegittimazione familiare e sociale.
Comunque si parla sempre di un abuso quando un Magistrato affida i figli alla madre e gli stessi con il tempo tendono a distaccarsi sempre di più dalla figura paterna, ecco quindi questo “abuso” viene chiamato oggi PAS (Sindrome di Alienazione Parentale, o meglio in inglese “Parental Alienation Syndrome”.
Oggi ci troviamo in Italia davanti ad una situazione imbarazzante che viene denunciata anche dalla C.E.D.U (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) ed è la stessa Commissione europea la quale costantemente e puntualmente bacchetta L’Italia per il non rispetto di tale diritto nel non riconoscimento di tale patologia.
Oggi ci troviamo nei vari Tribunali a non poter assolutamente parlare di PAS, in quanto non scientificamente riconosciuta dal DOS (Laboratorio di Storia e Comunicazione della Scienza) e quindi ?
Come si può denunciare tutta una serie di abusi in atto “durante” l’arco del procedimento di Separazione (quasi sempre giudiziale) ?
Con il Mobbing Familiare
Un esempio può far capire meglio il concetto: sebbene il termine Mobbing venga utilizzato soprattutto per riferirsi a situazioni nel mondo del lavoro, più in generale, il termine indica i comportamenti violenti che un gruppo rivolge a un suo membro; in riferimento al mondo del lavoro simili attività possono anche essere messe in atto da persone che abbiano una certa autorità sulle altre, in tal caso si parla di “bossing”; e nel mondo scolastico si parla di ”bullismo-cyberbullismo”, nel campo militare si parla di “nonnismo” e nella Famiglia? …. Il nulla, o meglio, ogni Tribunale discerne caso per caso per arrivare alla PAS, ma la stessa non fa parte di nessun “glossario” civilistico o penalistico.
Quindi la stessa parola PAS purtroppo oggi non può essere nemmeno pronunciata in nessun tribunale italiano poiché non viene considerata come una patologia/malattia, ma sicuramente deve e dovrà essere considerata penalmente perseguibile al pari del Mobbing o dello Stalking ordinario, se non addirittura in maniera più incisiva di altri considerando i danni psicologici spesso irreparabili a danno di un minore.
Quindi, il Mobbing Familiare (PAS) se non è dimostrato scientificamente e non può essere considerata come malattia, è sicuramente una serie di comportamenti illecita a danno del minore e di conseguenza a danno della stessa bigenitorialità.
Il Movimento Padri Separati, tra tutte le battaglie svolte e in essere a favore dei diritti del minore, considera assolutamente importante che una volta per tutte venga affrontato il problema “mobbing familiare” (per il mondo intero PAS) al fine esclusivo della salvaguardia dei diritti dei minori, e anche per non leggere nei rotocalchi nazionali notizie di papà costretti a vivere nell’indigenza, in auto, o nel peggiore dei casi arrivino a gesti estremi come in diretta TV nel 2006 > dove un papà ha tentato di darsi fuoco davanti alle telecamere perché disperato, da anni non poteva vedere suo figlio. https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/12/08/padre-separato-vuol-darsi-fuoco-protesta-choc.html
Ecco il momento per dire basta a questo sistema legislativo vecchio ed obsoleto, basta al business sulle separazioni, business sui figli con le case-famiglia, basta tempi di attesa biblici e a pubblici ufficiali impreparati che trattano una FAMIGLIA come una pratica veloce da sbrigare.
Ci vuole serietà con Magistrati preparati e specializzati, ci vuole una proposta di legge che superi gli interessi di un partito politico e che sia ben più importante di una legge sui monopattini o altre fesserie.
La FAMIGLIA ESISTE ANCHE NEL DOPO SEPARAZIONE.
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