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- Scritto da Emilio Boccuto-U.P.S Calabria
- Categoria principale: Rubriche
- Categoria: L'eco dei padri separati
- Pubblicato: 22 Febbraio 2021
- Visite: 508
La violenza non ha genere, né colore, né religione: la violenza ha tante forme...la violenza è da condannare...e basta. Se invece di ripetere “Basta con la violenza sulle donne”, facessimo in modo che si diffonda il grido “BASTA CON LA VIOLENZA!”, di qualsiasi tipo e contro qualsiasi essere umano, allora sì, che potremmo dire di aver fatto un notevole balzo in avanti, ma soprattutto cesserebbero gli stereotipi dell'UOMO /ORCO che fa molto comodo e che lo colloca sempre alla gogna mediatica quando in molti casi è quest'ultimo vittima di violenze fisiche ma sopratutto psicologiche.
Si dovrebbe partire dal concetto che la violenza procura gli stessi effetti e gli stessi traumi a chi la subisce, che sia donna o uomo, la differenza sta nel fatto che le donne vengono capite, aiutate e protette a spada tratta dal sistema e dalla totalità della societàm mentre gli uomini NO!!!
La violenza sull'uomo non fa rumore perché l'uomo difficilmente denuncia per via dello stereotipo di virilità ma soprattutto perché l'attuale sistema considera il problema in modo settoriale e volto a danneggiare univocamente la sfera femminile.
Molti studi statistici su questo fenomeno confermano che il tipo di violenza più usato sugli uomini è proprio quella psicologica che in molti casi colpisce di conseguenza anche i propri bambini, infatti si parla della propensione delle donne ad utilizzare quest'ultimi nell’ambito delle diatribe familiari commettendo dei veri e propri soprusi psicologici.
La violenza psicologica è sempre più sottovalutata malgrado sia la più distruttiva forma di manipolazione della persona, in tutto questo scenario paradossale è il sistema legislativo italiano che ne è l'attore principale.
Un sistema legislativo che in fase di separazione coniugale tende a denigrare e distruggere completamente l'Uomo sotto il profilo economico, sociale ma soprattutto all'interno della sfera familiare e, quando ci sono figli, a sgretolare la sua figura di PADRE. Si configura così la cosiddetta Alienazione Parentale, un fenomeno sempre più frequente che mette in ginocchio i PADRI SEPARATI privandoli dell'affetto e della quotidianità dei propri figli per un tempo non definito, che allontana i figli dalla figura paterna e che ne segna in modo irreversibile la propria crescita.
Lo scenario è sempre lo stesso, un "Copia ed Incolla" che si ripete indisturbato nella totalità delle aule dei tribunali italiani, ai padri vengono concesse delle "visite" di poche ore settimanali e nei migliori dei casi 1 pernottamento ogni 15 gg durante i quali dovrebbero "crescere" in armonia e con continuità i propri figli.
Utopia? Certamente si, considerato il fatto che questo viene definito dai giudici come AFFIDAMENTO CONDIVISO ma che di condiviso non ha nulla.
Di condiviso c'è solo la disperazione, un sentimento che accomuna tutti i Padri Separati.
Sotto il profilo economico l'uomo viene svestito di tutto e nella quasi totalità dei casi viene sbattuto fuori di casa anche se di proprietà esclusiva, viene costretto a dare l'assegno di mantenimento alla donna e ai propri figli magari continuando a pagare il mutuo e le spese di una casa acquistata con sacrifici ma che difficilmente userà per il resto della propria vita.
Tutte queste condizioni mettono in serie difficoltà la figura maschile costringendolo a vivere in situazioni disperate, a dormire in auto o in alloggi di fortuna, a mangiare alle mense della Caritas e per i più fortunati di fare ritorno a casa dei propri genitori...tutto questo è VIOLENZA!!! Una violenza che schiaccia ed emargina un essere umano che non ha più voce, non ha più diritti ma ha solo dei doveri nei confronti nel proprio carnefice. Un paradosso che viene puntualmente rilevato in Italia e spesso condannato dalla Corte Europea di Strasburgo che sollecita continuamente il nostro Paese alla salvaguardia della BIGENITORIALITA', redarguendo il sistema giuridico e soprattutto quello amministrativo, in particolare legato ai servizi sociali, che appaiono del tutto inadeguati e che non garantiscono in alcun modo i diritti dei genitori separati nei casi di conflittualità.
Che cos'è la BIGENITORIALITA'?
Riassumendo in un concetto molto concreto e sintetico direi che è la condizione che riconoscerebbe parità nei DIRITTI e nei DOVERI ad entrambi i genitori nei confronti dei propri figli elevando ad entrambi la responsabilità genitoriale e garantendo pari dignità e identiche opportunità. Sembra un concetto molto semplice e soprattutto una prassi facile da attuare che risolverebbe facilmente molte situazioni conflittuali in ambito di separazioni coniugali ma che attualmente rappresenta una vera e propria Chimera.
Vi lascio con un interrogativo....siamo sicuri che il "Sistema" abbia la volontà di azzerare la conflittualità tra ex coniugi?
Siamo a conoscenza che dietro al "mondo" delle separazioni c'è un sistema che si nutre di tutto questo?
Siamo sicuri che oggi sia ancora la donna la figura debole?
Avremo modo e tempo per discutere ed analizzare con la "voce del popolo" anche questo aspetti.
Emilio Boccuto
Unione Padri Separati
Calabria
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